Perché hai optato per un blog in italiano anche se vivi all’estero?

Spiegare il perché ho scelto di scrivere in italiano anche se tutte (o la maggior parte) delle mie altre presenze sui social sono in inglese non è molto immediato. Vivo all’estero ormai da un anno e mezzo e l’inglese è per me diventato come una seconda lingua, senza contare che il tedesco sta lentamente diventando la mia terza. Le mie scelte di intrattenimento, di informazione e di cultura si erano già affacciate, anche prima di partire, verso un panorama più internazionale, tant’è che a volte mi accanivo nel consigliare a qualche amico di guardare questa o quella serie tv in lingua originale, semplicemente perché è molto meglio.

Non è una novità che all’estero gli italiani siano famosi per la loro scarsa conoscenza dell’inglese e di questa cosa non ne sono mai andato molto orgoglioso. A confermarmelo, oggi, sono i racconti quotidiani di molte persone che lavorano nel settore turistico: i turisti italiani all’estero vogliono parlare italiano anche con chi la loro lingua non la conosce. Questo, nella mia cerchia di amicizie straniere, non gioca certamente a mio favore quando mi dilungo a spiegare questo o quel termine, evento o fatto culturale che ai miei occhi rappresenta la cultura italiana e che non dovrebbe passare inosservato.

Le percentuali parlano chiaro. Certo, non siamo i peggiori ma potremmo fare meglio…

Perché quindi non scrivere anche qui in inglese, visto che vorrei rivolgermi ad un pubblico più ampio? Un motivo c’è, e non si tratta di una cieca ossessione per il mio Paese: crescere nella cultura italiana mi ha portato ad esserne profondamente grato perché mi ha fornito non solo una ricca eredità storica, ma anche culturale e umanista. Credo che la cultura italiana sia stata capace di formare in me una specifica sensibilità a livello creativo, artistico ed estetico, di spingermi a fare ciò che amo con grande passione, di insegnarmi l’importanza delle relazioni umane e della calorosità. Questi sono gli elementi distintivi e peculiari di quello che oggi è il mio sguardo verso il mondo.

Per questo ho deciso di continuare a scrivere in italiano, e sono sicuro che chi non lo sa parlare è ad un click dalla traduzione automatica del suo browser di fiducia, cosa che di certo non mi offende.


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