Sicilia: il paradiso maledetto

A 19 anni partecipai ad un progetto scolastico che mi permise di vivere gratuitamente un intero mese in Inghilterra, visitando i luoghi più famosi con un impavido gruppo di persone o, almeno, quasi tutte. Nella prima settimana di viaggio uno dei ragazzi capì quanto gli mancasse casa e volle tornare subito indietro. Io avevo subito la mia prima delusione d’amore adolescenziale e, con questa, avevo anche perso tutti i miei più cari amici di allora e non avevo nessuna fretta di andare a casa. Al mio ritorno avevo ancora sete di avventura.

A 24 anni partii in Toscana per la mia specializzazione universitaria. Dopo l’esperienza in uno spazio caotico, afoso e bloccato arrogantemente nel passato mi ero ritrovato in un mondo più centrale, cosmopolita e vivace. Nella mia vita da fuori sede avevo tempo per tornare a casa solo una volta ogni 3-6 mesi e non ne sentivo particolarmente la mancanza perché potevo godermi il bello del Sud (nella gente che trovavo) e il meglio di una posizione più moderna e collegata. Alla fine di questa esperienza avevo ancora sete di avventura.

Cala del Leone, Toscana, Giugno 2018 (archivio personale)

A 30 anni decisi di spingermi così lontano da cambiare totalmente nazione. Basta: basta dover aspettare l’opportunità che non arriva, basta sentirsi isolato e distante da tutto, basta fare i conti con tutti i limiti che comporta vivere nel Meridione e non avere armi con cui combattere la fame di ambizione. Non è un caso se già a partire dal 1800 gli intellettuali del Sud migrano al Nord per cercare di fare carriera, ma oggi anche questo è ormai quasi del tutto insostenibile.

Vienna mi ha da subito affascinato con le sue infrastrutture, il verde in ogni quartiere e la sua vitalità, che forse non è calorosa come nei posti in cui sono cresciuto ma è sicuramente più efficiente. Qui è perfetto, ho pensato! Per nove mesi non ho avuto altro che sete di avventura!

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Vista dalla Tonnara di Avola, Sicilia, Settembre 2023

E poi, un giorno, quando nove mesi alle spalle mi avevano fatto superare tanti dei limiti che avevo sempre intravisto nella mia Sicilia, quanto bastava per permettermi di godermi la visita, quasi con gli occhi del turista, ho capito che ero stato maledetto.

Ero stato maledetto, come ogni siciliano, a crescere in una terra che possiede la bellezza di un giardino dell’Eden nella quale, però, non puoi sopravvivere; e la sua bellezza è tale da fartela amare, da spingerti a resistere per anni, finché non decidi che è arrivato il momento di andar via; e l’amaro in bocca resta nella consapevolezza che stai lasciando tutte le cose sbagliate che hai dovuto sopportare ma anche tutta la misteriosa bellezza di una terra che è stata contesa da decine di popoli diversi fin dall’inizio della Storia del Mondo.

Sperimentare i luoghi in cui sono cresciuto con gli occhi del turista ignaro è una difficile contraddizione, che mi ha fatto sentire arrabbiato, perché mi ha fatto sentire impotente. E da quel momento ho capito che il mio paradiso proibito mi sarebbe presto mancato.

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