Un obiettivo sull’anima: la fotografia come mezzo di connessione e trasformazione

Ho scoperto la fotografia solo nella seconda metà della mia vita. Il mio viaggio è iniziato con la scrittura — il mio primo mezzo di narrazione — quando sentivo l'urgenza di raccontare ciò che osservavo nel mondo intorno a me e ciò che era nascosto nei miei pensieri. Col tempo, il bisogno di catturare un momento nel tempo e tradurre la mia prospettiva in un linguaggio visivo mi ha portato alla fotografia.

La fotografia è diventata il mio modo di stabilire connessioni profonde con gli altri, superando le distanze geografiche e culturali, rivelando sia la mia fragilità che quella degli altri, e raccontando le nostre storie. Inizialmente attratto dal gioco di luce e dalla grandezza della natura, ho trovato la mia voce creativa attraverso la fotografia artistica di nudo e di moda. Sono affascinato dalla trasformazione di soggetti apparentemente ordinari in composizioni straordinarie, dove forza e vulnerabilità umana coesistono in un equilibrio delicato.

Dopo essermi trasferito dalla Sicilia e dalla Toscana a Vienna, ho scoperto un ambiente culturale più dinamico che ha alimentato la mia curiosità artistica. Negli ultimi anni, ho sentito un desiderio crescente di approfondire le mie conoscenze storiche, affinare il mio linguaggio visivo e impegnarmi nel dialogo tra arte e artista. Vedo il mio lavoro come un'esplorazione continua — un tentativo di fondere la fotografia con la narrazione, per creare immagini che non solo parlano, ma invitano alla conversazione.

Il mio obiettivo a lungo termine è essere riconosciuto come un artista capace di aprire nuovi spazi di riflessione, plasmando il modo in cui vediamo il mondo. La fotografia è il mio modo di cercare, interrogare e, in definitiva, connettere.